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sabato 29 maggio 2010

Concerto a Croce (Venezia)

"La Schola Cantorum Villa del Mas" mi ha commosso.

Potrei essere di parte, ma quando dei cantori che dovrebbero essere dei semplici dilettanti riescono a emozionarti, allora forse non si è di parte.L'impegno enorme che ogni cantore ci mette per realizzare un pianissimo con grande gusto o un crescendo con tutto l'entusiasmo e la carica che possiede, dimostra che questi "semplici dilettanti" così dilettanti poi non sono, almeno non nell'animo, perché sanno comunicare con l'ascoltatore in un modo sorprendente.Può darsi che qualche volta sfugga una pausa e accettiamo pure che, nella tensione del momento, qualche semibreve diventi più corta o qualche croma troppo veloce, ma poi al primo accordo dell'Ave Maria anche l'ascoltatore più distratto viene contagiato dall'emozione e i cantori riescono a creare un’atmosfera davvero magica proprio come dei veri esperti.Quello stato di grazia che il maestro chiama musicalità e che a parole non è così facile da spiegare, non è altro che un’emozione inebriante che riempie la sala quando i cantori si dimenticano di ogni incertezza, di ogni insicurezza e di ogni dubbio e diventano un coro, un’unità armonica, una musica che rapisce. Ed ecco perché "La Schola Cantorum Villa del Mas" oggi mi ha proprio commosso.

A.C.

venerdì 21 maggio 2010

Ciao Franco

Ho pensato di scriverti una e-mail. Sai perché? Perché credo che le e-mail prima di arrivare al destinatario volino in cielo. Tu così puoi leggerla comodamente, magari ad alta voce, perché noi ti sentiamo e ti sentiremo ogni volta che ci vorrai suggerire qualcosa, ogni volta che vorrai partecipare ai concerti e soprattutto ogni volta che vorrai seguirci nei nostri viaggi.

Ti abbiamo conosciuto come un grande appassionato dello sport e ci piaceva il fatto che allenassi dei ragazzi. La pazienza, la comprensione e l'entusiasmo che servono in queste attività tu le possedevi tutte e i ragazzi erano felici di avere un allenatore come te. Nel diario della loro vita, i pulcini, accanto alla parola sport, avranno sicuramente incorniciato il tuo nome, il nome di un amico prezioso da custodire nei più bei ricordi dell'infanzia.

Poi un giorno una persona con un cuore veramente d'oro ti ha voluto fare un regalo che non ti saresti mai aspettato, e così hai potuto riprenderti la vita per altri sette anni. E’ grazie a questa splendida persona che abbiamo potuto conoscere un altro meraviglioso aspetto che tu possiedi: ti apprezzavamo come allenatore speciale e poi abbiamo potuto conoscere anche la tua passione per la musica.

Sei arrivato nel coro quasi timidamente, ma dopo poco tempo le persone, il canto, il maestro ti hanno conquistato e dal quel momento non hai più rinunciato alla gioia del canto. Hai saputo cogliere che la musica non serve solo per accompagnare la pubblicità, ma “è l'espressione fisica dell'anima”,come dice Daniel Barenboim, uno dei più grandi direttori d'orchestra del mondo. Tu che sei sempre stato attento alla salute del corpo, non potevi trascurare quella dello spirito.

In questi pochi ma intensi e collaborativi anni, hai saputo sfruttare appieno questi incontri. Ti sei innamorato di Giuseppe Verdi, compositore tanto patriottico quanto sensibile alle bellezze dell'anima. Lo splendido canto "O Signore dal tetto natio" lo abbiamo cantato alle prove, ai concerti, ma ultimamente anche a casa e in ospedale e tu eri sempre felice di riascoltarlo. Sicuramente non hai scelto a caso. Sapevi bene che nei "Lombardi alla prima crociata", i pellegrini implorano l'aiuto divino…

Fantastica la serata della rassegna in onore di San Francesco dove si cantò per la prima volta "I Carmina Burana". Tutti erano elettrizzati, quasi spaventati, e tu, affascinato da questa meravigliosa composizione, eri veramente al settimo cielo. Avevate cantato veramente bene, ma eravate increduli. Poi riascoltando il dvd anche tu ti sei reso conto del "miracolo di S. Francesco", così lo battezzò il maestro.

E' stato un grandissimo regalo per tutti noi averti nella corale anche se per così poco tempo. Non sarà facile sostituirti come vicepresidente. Sono sicura che chi ti succederà non dimenticherà il tuo entusiasmo e la tua voglia di fare sempre meglio. Gli amici francesi ti abbracciano forte e tu sai bene quanto li avevi conquistati col tuo fare spontaneo e cordiale.

Io personalmente non dimenticherò mai le ultime lezioni di solfeggio al Policlinico di Monserrato. "Ma questi segni, subito dopo la chiave, che cosa sono?" mi hai chiesto con tanta curiosità e interesse. "Si chiamano diesis e bemolli, ma questo te lo spiegherò nella prossima puntata". Adesso non hai più bisogno delle mie spiegazioni perché lì dove sei avrai sicuramente maestri migliori. Se ti capita chiedi a Guido D'Arezzo o se preferisci avvicinati da Carl Orff. E' sicuro che non avrai problemi di lingua. Se poi hai ancora qualche dubbio guarda bene perché c'è anche Giuseppe, quello che ha scritto "O Signore dal tetto natio" e ti assicuro che è preparatissimo. Noi continueremo a cantare anche perché siamo fortemente convinti che la musica sia l'espressione fisica dell'anima e cantando non sarà difficile sentire ogni volta la tua affettuosa presenza.

lunedì 10 maggio 2010

Gemellaggio con San Donà di Piave (VE)

Carissimi,

avrei voluto salutarvi alla fine del viaggio ma all'aeroporto non c'è stato il tempo. Mariti che si riprendevano le mogli in fretta e furia, mogli che cercavano disperatamente i loro mariti, dubbiose del loro rientro. Allora ho preferito scrivervi con la speranza che qualcuno vi facesse pervenire questo mio messaggio.

Il viaggio nel Veneto non lo dimenticherò facilmente soprattutto per le forti emozioni che il coro Schola Cantorum Villa del Mas ha saputo farmi provare. I solisti sono stati semplicemente fantastici. Il primo riesce ad esprimere sempre meglio i sentimenti che Pepino Mereu ha voluto tramandarci e il secondo, al suo esordio, ha saputo sbalordire proprio tutti, sardi e non. Un augurio affinché non fumino troppo...

Mi sono trovata veramente bene. Il fatto che la fine del viaggio mi abbia rattristato, per me significa che mi sono veramente divertita e trovata bene con tutti voi.

Ho apprezzato la speciale collaborazione che c'è stata da parte di ognuno e la grande capacità di inserimento da parte degli ospiti che ci hanno accompagnato. Ciò che conserverò a lungo sarà la serenità di mia sorella, l'aver scoperto la semplicità e la sensibilità artistica di certe persone e soprattutto aver ri-incontrato tanta gente che ama la musica come me.

In qualche momento ho pensato che leggere i percorsi storici che avevo preparato potesse essere noioso. Invece mi sono dovuta ricredere. Tutti hanno saputo apprezzare e seguire con vero interesse.

Che dirvi di Stella? È una donna in gamba e per me sentirmi rappresentata da lei è un privilegio. In questo viaggio ho potuto apprezzare tutte le capacità che possiede. Condurre un gruppo così numeroso sappiamo tutti che non è per niente facile, ma lei non ha avuto timore di organizzare. Anche nei momenti più complicati ha saputo trovare i modi migliori per risolvere i problemi con intelligenza e garbo.

Ho potuto verificare di persona che anche il lavoro della contabile è di fondamentale importanza. Ordinata, precisa e trasparente come l'acqua di Cala Golorizè, direbbe Niffoi. E raccogli 200, 300, 7, 10, 4 euro... non è facile chiedere soldi in continuazione, a volte possono crearsi anche delle incomprensioni che per fortuna, grazie al grande senso di fiducia che regna nel gruppo, si dileguano come neve al sole.

Ho apprezzato che non ci sono mai stati screzi, o se ci sono stati, sono stati sedati immediatamente. E' stato bello vedere che tutti serenamente dialogavano con tutti.
La mia può apparire una relazione scolastica, ma sinceramente sono felice di aver notato tutte queste cose positive. Inizialmente ero un po intimidita, per me era la prima volta e tutti voi sapete bene che i gruppi non sempre funzionano così. Mi complimento con tutti voi perché avete colto appieno l'obbiettivo primario della corale: stare bene insieme cantando. E sottolineo prima insieme perché grazie al fatto che ci si sente uniti possiamo stare a lungo assieme e cantare sempre meglio e immobili come statue nel finale (grandissimo desiderio del Maestro, realizzato quasi al 100%).

Sono sicura che tutti siamo tornati a casa contenti dell'esperienza vissuta e pronti a ripartire. Credo che questo sia successo perché ognuno ha saputo dare il meglio di se stesso. Chi di voi non ricorda quel detto sentito e ri-sentito dai genitori, dai nonni e qualcuno anche dai bisnonni "andai de amori e de accordiu"? Credo che in queste poche parole sia racchiuso il segreto della riuscita di ogni incontro con gli altri, pochi o tanti che siano.

È chiaro che chi non ha potuto partecipare ci è tanto mancato e spero che in altre occasioni riescano ad unirsi a noi.

Con affetto.

Anna C.