venerdì 21 maggio 2010

Ciao Franco

Ho pensato di scriverti una e-mail. Sai perché? Perché credo che le e-mail prima di arrivare al destinatario volino in cielo. Tu così puoi leggerla comodamente, magari ad alta voce, perché noi ti sentiamo e ti sentiremo ogni volta che ci vorrai suggerire qualcosa, ogni volta che vorrai partecipare ai concerti e soprattutto ogni volta che vorrai seguirci nei nostri viaggi.

Ti abbiamo conosciuto come un grande appassionato dello sport e ci piaceva il fatto che allenassi dei ragazzi. La pazienza, la comprensione e l'entusiasmo che servono in queste attività tu le possedevi tutte e i ragazzi erano felici di avere un allenatore come te. Nel diario della loro vita, i pulcini, accanto alla parola sport, avranno sicuramente incorniciato il tuo nome, il nome di un amico prezioso da custodire nei più bei ricordi dell'infanzia.

Poi un giorno una persona con un cuore veramente d'oro ti ha voluto fare un regalo che non ti saresti mai aspettato, e così hai potuto riprenderti la vita per altri sette anni. E’ grazie a questa splendida persona che abbiamo potuto conoscere un altro meraviglioso aspetto che tu possiedi: ti apprezzavamo come allenatore speciale e poi abbiamo potuto conoscere anche la tua passione per la musica.

Sei arrivato nel coro quasi timidamente, ma dopo poco tempo le persone, il canto, il maestro ti hanno conquistato e dal quel momento non hai più rinunciato alla gioia del canto. Hai saputo cogliere che la musica non serve solo per accompagnare la pubblicità, ma “è l'espressione fisica dell'anima”,come dice Daniel Barenboim, uno dei più grandi direttori d'orchestra del mondo. Tu che sei sempre stato attento alla salute del corpo, non potevi trascurare quella dello spirito.

In questi pochi ma intensi e collaborativi anni, hai saputo sfruttare appieno questi incontri. Ti sei innamorato di Giuseppe Verdi, compositore tanto patriottico quanto sensibile alle bellezze dell'anima. Lo splendido canto "O Signore dal tetto natio" lo abbiamo cantato alle prove, ai concerti, ma ultimamente anche a casa e in ospedale e tu eri sempre felice di riascoltarlo. Sicuramente non hai scelto a caso. Sapevi bene che nei "Lombardi alla prima crociata", i pellegrini implorano l'aiuto divino…

Fantastica la serata della rassegna in onore di San Francesco dove si cantò per la prima volta "I Carmina Burana". Tutti erano elettrizzati, quasi spaventati, e tu, affascinato da questa meravigliosa composizione, eri veramente al settimo cielo. Avevate cantato veramente bene, ma eravate increduli. Poi riascoltando il dvd anche tu ti sei reso conto del "miracolo di S. Francesco", così lo battezzò il maestro.

E' stato un grandissimo regalo per tutti noi averti nella corale anche se per così poco tempo. Non sarà facile sostituirti come vicepresidente. Sono sicura che chi ti succederà non dimenticherà il tuo entusiasmo e la tua voglia di fare sempre meglio. Gli amici francesi ti abbracciano forte e tu sai bene quanto li avevi conquistati col tuo fare spontaneo e cordiale.

Io personalmente non dimenticherò mai le ultime lezioni di solfeggio al Policlinico di Monserrato. "Ma questi segni, subito dopo la chiave, che cosa sono?" mi hai chiesto con tanta curiosità e interesse. "Si chiamano diesis e bemolli, ma questo te lo spiegherò nella prossima puntata". Adesso non hai più bisogno delle mie spiegazioni perché lì dove sei avrai sicuramente maestri migliori. Se ti capita chiedi a Guido D'Arezzo o se preferisci avvicinati da Carl Orff. E' sicuro che non avrai problemi di lingua. Se poi hai ancora qualche dubbio guarda bene perché c'è anche Giuseppe, quello che ha scritto "O Signore dal tetto natio" e ti assicuro che è preparatissimo. Noi continueremo a cantare anche perché siamo fortemente convinti che la musica sia l'espressione fisica dell'anima e cantando non sarà difficile sentire ogni volta la tua affettuosa presenza.